Scuola di legalità nelle terre confiscate alla mafia
Un pensiero va a don Gallo, che l’anno scorso era presente quando venne firmato il protocollo d’intesa e in qualche modo “benedì” il progetto, a cui teneva molto. Nel negozietto di vico Mele, un ex basso che venne confiscato alla criminalità, è stata presentata questa mattina “Anemmu a Palermo”, l’iniziativa che quest’estate ha portato alcuni ragazzi provenienti dall’area penale in una sorta di campo estivo suiterreni confiscati alla mafia, nella provincia del capoluogo siciliano.
A sostenere l’iniziativa è Libera Genova , associazione attiva dal ’95 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia, insieme al centro per la Giustizia Minorile del Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Massa Carrara.
Sono nove i ragazzi seguiti dall’ufficio di servizio sociale per i minorenni per i progetti di “messa alla prova”, cioè percorsi alternativi di giustizia riparativa: minorenni con condanne per spaccio, risse e furti. «La scommessa di quest’anno era quella di coinvolgerli in maniera attiva nelle iniziative di Libera, come la settimana della Legalità, le feste di quartiere, e soprattutto il 16 marzo con la Giornata della Memoria e dell’Impegno che si è svolta a Firenze», spiega Caterina Marsala, assistente sociale e volontaria Libera Genova.
«Dopo queste iniziative i tempi erano maturi per portare i ragazzi a lavorare in un campo confiscato alla mafia, dove hanno avuto modo di conoscere parenti di vittime, come Giovanni Impastato, fratello di Peppino, oltre ad attività che combattono quotidianamente, come l’associazione Addio Pizzo».
«Hanno imparato una via nuova, una via di legalità: grande valore per la rieducazione di questi ragazzi», continua Antonio Pappalardo, dirigente del centro per la Giustizia Minorile di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, «e molti di loro ormai si presentano adesso come volontari di Libera: una gran bella soddisfazione».
Articolo tratto secoloxix.it
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