Rapporto dell’Ufficio Studi dell’ACi. Ecco lo stato di salute delle cooperative liguri
Luci e ombre sul sistema cooperativo ligure arrivano dal Rapporto Regionale realizzato dall’Ufficio Studi dell’Alleanza delle Cooperative.
Un rapporto che prende in esame l’evoluzione dal 2008/2014 e quindi fotografa il periodo specifico della crisi.
Non è quindi una così cattiva notizia se in Liguria ( la regione rappresenta circa l’1,8% della superficie nazionale, ospita il 2,6% circa della popolazione italiana e genera circa il 2,7% del PIL del Paese) la cooperazione ha registrato una sostanziale stagnazione del volume d’affari, con il valore della produzione salito da 100 a 110,8 nel 2013 per poi scendere a 109 nel 2014.
” I settori nei quali si è rilevata una crescita sono quello dei servizi (+ 24% nel settennio) e, soprattutto, il sociale (+ 44%) – sottolinea Gianluigi Granero, presidente di Legacoop Liguria . Il risultato operativo del settore cooperativo, ad eccezione del 2008, presenta sempre il segno positivo come media generale . Si tratta di una media, la percentuale è assai modesta e con differenze sostanziali da settore a settore. E infatti tra le considerazioni finali del rapporto c’è l’invito a rafforzare il sistema intermedio delle PMI cooperative anche attraverso politiche di aggregazione. Proprio quello sul quale stiamo lavorando per rendere le nostre imprese più competitive”.
Il patrimonio netto delle cooperative si mantiene attorno al 26% circa delle fonti. Il valore massimo (circa 37%) si raggiunge nel settore del commercio. L’agroalimentare, nonostante la redditività prevalentemente negativa, vede incrementare il patrimonio netto da 12 a 21 milioni e dal 19 al 29% delle fonti. Il settore distributivo viaggia attorno al 36-37% di patrimonializzazione; molto oscillante, attorno al 20%, il dato dei servizi; il settore sociale incrementa i mezzi propri dal 12 al 17% delle fonti. Le società di capitali consolidano il loro patrimonio netto dal 30 al 34% del fabbisogno.
” E’ un Rapporto che fotografa in profondità tutti gli aspetti e rappresenta una guida importante per analizzare lo stato di salute delle nostre imprese – conclude Gianluigi Granero -. Ovviamente non può che registrare i dati delle cooperative che hanno sede legale nella nostra regione, ma i dati complessivi migliorerebbero sensibilmente se si tenesse in considerazione il volume d’affari che alcune cooperative di altre regioni riescono a sviluppare in Liguria anche grazie al sistema delle cooperative locali.
Inoltre il Rapporto, fermandosi al 2014, non può raccogliere i dati delle nuove imprese che si stanno avviando. Solo che il numero delle cooperative, avviate con il bando di Coop Liguria Start Up, dimostrano che la voglia di questa forma di impresa è sempre attuale. Come il Rapporto fotografa la crisi di questi anni, questi dati sulle nuove imprese, spesso di giovani, fotografano la voglia di uscirne”.