Petizione a Ventimiglia per un nuovo Centro d’accoglienza per migranti. Coop Ture Nirvane: situazione ormai insostenibile
La petizione, già firmata da diverse associazioni e ovviamente aperta a nuove adesioni, è stata indirizzata al Sindaco del Comune di Ventimiglia, al Prefetto e al Questore della Provincia di Imperia.
La richiesta, che vede tra i promotori la Cooperativa Sociale di Comunità Ture Nirvane, è chiara: si proceda nei tempi più brevi possibili e tramite procedura d’urgenza, alla riapertura di un nuovo centro d’accoglienza che consenta ai migranti in arrivo di trovare sostegno e di pernottare per periodi limitati sul territorio di Ventimiglia, considerato soprattutto che i valichi di frontiera e il posto di polizia di frontiera dove vengono riammessi dalla Francia si trovano specificamente nella superficie territoriale del Comune di Ventimiglia stesso.
” La situazione dei migranti è diventata umanamente insostenibile, e noi come cooperativa sociale di comunità ci uniamo al coro di richieste delle associazioni e reti locali- sottolineano Massimo Candela, presidente della Cooperativa Sociale di Comunità Ture Nirvane e Lucilla Borio componente del CdA -. I soci della cooperativa stanno partecipando come volontari alla preparazione dei pasti organizzata dalla Caritas. Le ragioni umanitarie vengono senz’altro prima di quelle economiche, ma anche come operatori turistici di Ventimiglia la scelta di non gestire in alcun modo i flussi migratori nella nostra città, lasciando in strada le persone senza rifugio né servizi, docce, wc, è una scelta autolesionista”.
I sottoscrittori sottolineano come a partire dal 31 luglio 2020, giorno della cessazione ufficiale delle attività del “Campo Roja”, centro d’accoglienza per migranti in transito sito in Via Maneira SNC (Ventimiglia), non è più esistito un dispositivo d’accoglienza istituzionale dedicato ai rifugiati che giungono in questo territorio con l’obiettivo di raggiungere altri paesi europei
che i flussi migratori in arrivo alla frontiera franco-italiana non si sono in questi mesi arrestati ma si sono anzi mantenuti su livelli di assoluta rilevanza: 12.045 persone straniere respinte dalla Francia alla frontiera di Ventimiglia solo dal 01/01/2020 al 25/09/2020 (dati ufficiali Ministero dell’Interno)
che all’interno di questi flussi sono state e continuano ad essere presenti decine di nuclei famigliari, minori soli non accompagnati, donne potenziali vittime di tratta, uomini con forti vulnerabilità di natura psicofisica e psichiatrica, il cui unico sostegno sociale e materiale è stato demandato alle organizzazioni e associazioni di volontariato presenti sul territorio ventimigliese, venendo però a mancare una vera e propria presa in carico istituzionale
che il protrarsi di tale stato di cose ha causato un tragico peggioramento delle condizioni di vita della popolazione migrante e una crescente preoccupazione in quella residente, non solo in termini di ordine e sicurezza pubblica ma considerato anche il protrarsi dell’emergenza sanitaria Covid-19 e l’impossibilità materiale di un efficace screening sanitario sulla popolazione straniera in arrivo a Ventimiglia