Pesca a strascico. No al piano del Commissario. Legacoop Agroalimentare Liguria: rischia di sparire una flotta consistente di barche
Pesca a strascico. Tutto il mondo della pesca europeo ribadisce la propria netta contrarietà rispetto al piano d’azione lanciato dal Commissario Virginijus Sinkevičius e sul quale continua il dibattito in tutta Europa. Ai lavori del MEDAC, che si tengono presso la sede dalla Regione dell’Occitania, hanno preso parte rappresentanti della Commissione europea (DGMARE e DGAMBIENTE) che hanno ribadito l’intendimento dell’Unione di proibire la pesca a strascico nelle varie aree di NATURA 2000 nonché in quelle che dovranno essere di nuova istituzione. Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura.
“Nonostante gli sforzi della Commissione Ue – sottolinea l’Alleanza delle Cooperative – per far apparire il piano come una proposta per rafforzare il dialogo ed il confronto con gli stakeholder, non ci sono al momento le condizioni perché ciò possa avvenire, almeno fino a quando Bruxelles non avrà emendato quanto scritto il mese di marzo. Dopo anni di attenta gestione della pesca – prosegue la cooperazione- secondo criteri e condizioni definiti in ambito europeo ed internazionale all’insegna della tutela degli stock e della biodiversità, è disarmante sapere che per l’Unione europea il cammino per la pesca sembra essere appena all’inizio”.
Per questi nuovi obiettivi Bruxelles si ventila un possibile phasing-out di tutti gli strumenti di cattura mobili di fondo entro il 2030 dalle Aree Marine Protette corrispondenti a tutte le aree Natura 2000 (Direttiva Habitat) che però dovranno essere maggiormente estese ma non si sa quanto.
“Ricordiamo che le imbarcazioni a strascico sono quelle che pescano i famosi gamberi viola e che assicurano il prodotto ittico a tutto il sistema della ristorazione – afferma Lara Servetti, responsabile Legacoop Agroalimentare Liguria – un segmento di flotta che la Comunità Europea vuole fare scomparire in nome di una sostenibilità formale. E’ sostenibile far arrivare nei nostri ristoranti e supermercati il pesce che proviene da altri continenti dove regole di pesca, lavoristiche, fiscali e di sicurezza non sono certamente quelle dell’Europa e dell’Italia? Ricordiamo che le nostre imbarcazioni effettuano battute di pesca giornaliere con attrezzature artigianali e che rispondono ai requisiti fissati già ad tempo dalla stessa comunità Europea”.
In Europa, le 7.000 imbarcazioni che usano il metodo a strascico rappresentano il 25% della produzione ittica dell’UE. Mentre in Liguria delle 490 imbarcazioni sono 64 quelle che effettuano la pesca a strascico. 9 sono a Sanremo, 3 a Bordighera e 5 ad Imperia.
Gli indirizzi forniti dalla Commissione europea con il pacchetto di misure, presentato lo scorso 21 febbraio con lo scopo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’Ue, hanno fatto registrare da subito la forte opposizione del settore europeo della pesca.
“Pensiamo che in Italia – sottolinea l’Alleanza – già circa il 68% delle aree sono precluse allo strascico, considerando anche i poligoni e le zone con strutture fisse, condotte e cavi; una superficie molto estesa già interdetta quindi alla pesca e per ciò sottoposta a protezione. Tali ulteriori limitazioni potrebbero mettere la parola fine – conclude la cooperazione- ad un sistema che oggi rappresenta circa il 50% del fatturato totale del settore ittico. Tutto questo senza contare il numero di imbarcazioni interessate e il conseguente indotto”.
Ecco alcuni dati che spiegano la realtà della pesca in Liguria.
DATI LIGURI: 490 imbarcazioni da pesca
PESCA A STRASCICO: 64 imbarcazioni;
PESCA SISTEMA PALANGARI: 68 imbarcazioni;
PICCOLA PESCA E POLIVALENTI: 320 imbarcazioni;
PESCA A CIRCUZIONE: 38 imbarcazioni;
MITILICOLTURA/OSTRICOLTURA: 86 imprese di acquacultura;
ITTITURISMO: 50 esercizi iscritti alla banca dati regionale.
In totale le imbarcazioni da pesca in Liguria sono 490 (DATI FLEET REGIONALE).