Operatori sociali. Frega a Repubblica: situazione grave, occorre anticipo di liquidità da parte degli Enti
Ogni giorno rischiano, e parecchio, entrando nelle case degli anziani soli per lavarli, vestirli, portare loro i pasti. Si trovano a contatto con i senza dimora, si occupano dei malati psichiatrici, lavorano nelle comunità per adolescenti. Senza mascherine né protezioni, salvo quelle che si sono costruiti da soli. Sono tanti gli operatori sociali che si sono trovati costretti a rimanere a casa, senza stipendio, o con un orario — e salario — ridotto.
” La situazione è grave — lancia l’allarme Alessandro Frega, presidente di Legacoopsociali Liguria, oggi un’intervista a Repubblica -. La nostra realtà comprende 40 cooperative nel capoluogo e 120 nella regione, in tutto 5.620 dipendenti: a Genova sono 350 i lavoratori fermi, a cui se ne aggiungono altri 850 con una pesante riduzione di orario».
Tante le aree del sociale coinvolte.
« Il fondo di integrazione salariale che stiamo provando ad attivare — spiega Frega — è tutto da verificare: perché può essere anticipato dalle cooperative, che in molti casi non hanno la liquidità necessaria, oppure richiesto all’Inps. In questo caso, però, oltre alla decurtazione, c’è il rischio che lo stipendio arrivi tra sei-otto mesi. Per questo chiediamo con forza un’azione congiunta Comuni-Regione per un anticipo di liquidità».
Leggi l’articolo completo su Repubblica di oggi.