Lusetti: “Da domani la sfida è fare quanto abbiamo deciso insieme”
“È stato un buon Congresso. Non ci siamo fatti ingabbiare dentro i confini della dolorosa vicenda romana, ma non abbiamo neppure fatto finta di niente”. Così il presidente Lusetti, eletto all’unanimità, ha avviato il discorso conclusivo del 39° Congresso. “Noi non siamo la 29 giugno, che è un problema che ci pone problemi cui cerchiamo di dare risposte. Viviamo in uno dei Paesi più corrotti d’Europa, non possiamo pensare di essere immuni, né noi né altri che ci danno lezione”.
“La cooperazione continua oggi ad avere la capacità di ridurre le differenze nella società, perché sappiamo tenere insieme anime diverse, le piccole e le grandi cooperative. Guai se questa capacità venisse meno. È una sfida quotidiana per affrontare le cose in un cambiamento continuo. La coerenza è un lavoro faticoso e quotidiano, non qualcosa da enunciare. Da domani la sfida è costruire la coerenza con quel che abbiamo deciso insieme”.
“Siamo molto contenti e soddisfatti per come si è sviluppato questo Congresso – ha proseguito Lusetti – abbiamo fatto parlare una quantità di persone maggiore, i cambiamenti fini a se stessi non ci interessano, quelli che ci aiutano a sentirci parte valgono doppio, hanno consentito un livello di partecipazione nettamente maggiore. Ed importante è stata la partecipazione delle istituzioni, non sono venuti a porci saluti di rito, hanno accettato la logica che gli abbiamo proposto, si sono messi in dialogo e ascolto. Non è stata una presenza formale. C’è un pezzo importante del Paese che ci vive per quello che siamo”.