Legacoop Liguria spinge per il Workers Buyout. Intervista a Granero su BJ Journal
La speranza è che anche la Liguria possa presto avvalersi del cosiddetto “workers buyout” ossia il recupero di aziende fallite o con difficoltà di passaggio generazionale, attraverso cooperative create dai lavoratori stessi.
Così si pre l’articolo di Emanuela Mortara su Liguria Business Journal.
” In questo modo si potrà accedere alle risorse messe in campo da Cfi (Cooperazione finanza impresa), partecipata dal ministero dello Sviluppo Economico, da Invitalia spa e da 270 imprese cooperative – prosegue l’articolo -. Dal 2014 a oggi nessun progetto ligure è stato finanziato pur essendo stati organizzati incontri e seminari.
«Nella nostra regione è un problema di domanda – specifica Gianluigi Granero, presidente di Legacoop Liguria – è più facile attivare questa opzione in regioni ad alto tasso di industrializzazione come Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Lombardia».
Prima della pausa natalizia Legacoop ha scritto a Confindustria, associazioni dell’artigianato, sindacati e Regione Liguria chiedendo di attivare misure di sostegno a questa opzione: «Sinora abbiamo ricevuto le risposte del gruppo Pd e del presidente Giovanni Toti – dice Granero – non chiediamo risorse, ma di trovare il modo di rendere possibile questa misura». Una modifica alla legge sulla cooperazione o un intervento ad hoc su strumenti anti crisi sembrano le strade più adatte.
«C’è da dire che il workers buyout non sempre è possibile – sottolinea Granero – bisogna che ci sia la fattibilità dal punto di vista del mercato, la volontà dei lavoratori e la capacità di saper gestire».
Cfi ha risorse pubbliche e personale che può affiancare i percorsi di recupero. Sinora ha in portafoglio 108 imprese cooperative che operano su tutto il territorio nazionale in diverse combinazioni prodotto/mercato, che realizzano un valore della produzione consolidato di 487 milioni e un totale di 6.735 addetti. Ha un capitale sociale di 84 milioni e riserve patrimoniali per 12 milioni. Un’opzione da non sottovalutare e che in Italia sta avendo successo: quasi 50 imprese salvate negli ultimi cinque anni, per 1200 posti di lavoro e 178 milioni di euro di giro d’affari rimasti sul mercato”.