15 Mag 2013

La figura di Pertini. I commenti di Bozzo, Granero e Bruzzone

Silvano Bozzo

Presidente Ames

 Nella tesi molti sono i temi trattati da Pertini con un profilo e un linguaggio educativo, di stampo mazziniano. Attiro brevemente l’attenzione su due punti: la memoria e la conoscenza della storia, per la comprensione del presente; la specificità dell’impresa e della proprietà cooperativa, sociale, indivisibile, multigenerazionale. Una proprietà organicamente diversa da quella privata e pubblica. E’ questa una questione fondamentale, per molti versi ancora aperta nella coscienza di molti cooperatori e in parecchie sedi scientifiche, egemonizzate dalle teorie economiche liberiste.

Gianluigi Granero

Presidente Legacoop Liguria

L’Europa è la prospettiva cui dobbiamo e possiamo tendere, per costruire un nuovo sistema istituzionale e della rappresentanza democratica che, avendo la dimensione per contribuire al governo dei processi economici, possa ridare ai cittadini speranza e fiducia nel futuro.

Una sfida che richiama anche i cooperatori a una maggiore collaborazione per il rafforzamento del tessuto imprenditoriale e la costruzione di una più forte e consapevole coscienza europea.

Legacoop Liguria – nel promuovere, con iniziative come questa, cultura cooperativa, ma anche progetti di rete tra giovani cooperatori europei – ha l’ambizione di contribuire e partecipare a questo processo.

Anche in questo la passione, il rigore morale e intellettuale di chi, come Pertini, ha ricostruito l’Italia dopo il disastro fascista sono un esempio ed una guida sempre attuali.

 

Mauro Bruzzone

Vice presidente Coop Liguria

 

In un frangente finanziario, economico e sociale così difficile e dagli esiti incerti, come quello che stiamo attraversando, ritengo di straordinaria attualità quei valori e quegli obiettivi che u Sciandro ci ha trasmesso con grande lucidità, efficacia e lungimiranza nella sua tesi, una delle tante tappe di una vita ed un’opera esemplarmente coerente.

Si tratta di quelle finalità mutualistiche e solidaristiche, di quegli obiettivi di cambiamento sociale e culturale, dell’impegno al fianco delle categorie e delle popolazioni più deboli, siano essi i precari del lavoro, i giovani in affannosa ricerca di un primo lavoro, i migranti piuttosto che i miei coetanei espulsi dal processo produttivo e dimenticati dalla furia risanatrice di governi forse inevitabili.

Grazie, Sandro!

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