Frega ” Sui rifugiati il mondo cooperativo ligure vuole controlli e verifiche “
Il vice presidente regionale di Legagoop Liguria, Sandro Frega, interviene sull’articolo comparso sul Secolo XIX.
” Dalla lettura dei giornali di oggi leggiamo di dichiarazioni preoccupate dell’assessore regionale sul mancato rispetto di norme, di sicurezza sanitaria e non solo, nei vari presidi che ospitano i rifugiati nella nostra regione e all’opportunità di sviluppare efficaci controlli ; poi il discorso si allarga alla cooperative che gestiscono parecchi di questi presidi, anche se non è chiarissimo se il riferimento alla cooperazione sociale è un’indiretta connessione giornalistica o un’esplicita dichiarazione dell’assessore, ma indipendentemente da questo la cooperazione sociale è esattamente quello che chiede e anzi auspica.
La cooperazione sociale italiana e ligure (quella vera e seria) è da sempre impegnata a operare a tutela dei più deboli (non è un caso che in questi ambiti il privato profit sia assente),cercando di coniugare impresa e solidarietà , tutela dei diritti dei cittadini assistiti e degli operatori/lavoratori,impresa difficilissima resa a volte impossibile da gare d’appalto al massimo ribasso (non esattamente da lauti compensi come riporta la stampa di oggi).
Infatti sul tema dei rifugiati e dei richiedenti asilo si è ritrovata in prima linea assieme a tante associazioni di volontariato e di promozione sociale , perché questo è naturale,direi scontato ,è nella natura stessa della cooperazione sociale che non può essere confusa con le vicende repellenti di mafia capitale (anche se sappiamo bene che il livello di attenzione va tenuto alto).Quindi su quanto dice l’assessore rispetto alla necessità di controlli e di verifiche non solo siamo d’accordo ,ma le auspichiamo. Se invece si trattasse di altro e se cioè si trattasse di utilizzare tutto questo per contrastare la politica dell’accoglienza noi siamo dall’altra parte, siamo dalla parte dei diritti, del rispetto dell’altro , siamo per l’uguaglianza – che non vuol dire che siamo tutti uguali – ma che abbiamo appunto tutti gli stessi diritti”.