Vorrei aprire una Cooperativa

In quanti bisogna essere per costituire una cooperativa?

Per costituire una cooperativa è necessario che i soci siano almeno 3. Non esiste invece un limite massimo di soci (infatti negli statuti delle cooperative è generalmente contenuta una clausola che ricorda che il numero dei soci è illimitato). Il numero dei soci in una cooperativa contribuisce a determinare la scelta del modello societario di riferimento (vedi domanda seguente).

A quali principi si ispira una cooperativa?

L’impresa cooperativa si caratterizza per i valori e le modalità diverse con cui opera sul mercato, proponendo un modello economico di sviluppo e di lavoro, attento alle persone e alle proprie comunità. I principi cooperativi – approvati nel Congresso del Centenario dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, Manchester, settembre 1995 – sono:

  • Adesione Libera e Volontaria senza discriminazioni;
  • Controllo Democratico da parte dei Soci che hanno tutti gli stessi diritti;
  • Partecipazione economica dei Soci paritaria;
  • Autonomia ed Indipendenza anche in caso di accordi con organizzazioni terze;
  • Educazione, Formazione ed Informazione continua;
  • Cooperazione fra cooperative e rafforzamento del movimento cooperativo;
  • Interesse verso la Comunità per uno sviluppo sostenibile.

Con quali regole funzionano le cooperative?

La cooperativa può avere la forma di una S.R.L. o di una S.P.A. La scelta del modello S.R.L. è necessaria per le cooperative con meno di nove soci, e cioè da 3 a 8. In questo caso i soci devono essere esclusivamente persone fisiche. E’ poi generalmente adottata dalle cooperative di minori dimensioni che, secondo il Codice Civile, sono quelle che hanno meno di venti soci oppure un attivo patrimoniale inferiore a 1 MLN €. La scelta del modello S.P.A. è invece necessaria quando le cooperative hanno almeno 20 soci e un attivo patrimoniale di valore superiore a 1 MLN €.

Il rinvio alle rispettive discipline è necessario perché la normativa dedicata esclusivamente alle cooperative è contenuta nel Titolo VI del Libro V del Codice Civile e reca disposizioni che non regolano tutti gli aspetti di una società, perché questi sono stati già affrontati nell’ambito della disciplina delle S.p.A o S.r.l.

Quanto occorre versare per avviare una cooperativa?

Per le società cooperative non è previsto un valore minimo di capitale sociale come accade per le altre società di capitali. Il socio cooperatore non può versare una quota di capitale sociale inferiore a 25 euro, né superiore a 100.000 euro.

Ovviamente non è possibile ipotizzare la nascita di una cooperativa – ad esempio – di 10 soci con un capitale di 250 euro. Il notaio non ammetterebbe la nascita di una cooperativa con una dotazione di capitale così bassa, tale da non coprire neanche le spese di costituzione.

Per coprire le prime spese comunque indispensabili (parcella del notaio, iscrizione al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio e all’Albo nazionale delle cooperative, apertura partita IVA, acquisto e vidimazione dei libri sociali e dei registri contabili) è opportuno che la cooperativa si costituisca con un capitale sociale che, indicativamente, ammonti ad almeno 2.000 – 2.500 euro.

Come funziona una cooperativa e come viene amministrata?

Nella versione ordinaria le cooperative hanno gli organi sociali tipici di una società di capitali: l’assemblea, il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale.

Le modalità di svolgimento dell’organo assembleare nelle cooperative sono fondamentalmente le stesse che si riscontrano nelle altre forme societarie.

La vera peculiarità rimane la regola del voto in base al quale ogni socio può esprimere in sede assembleare un solo voto indipendentemente dalla sua partecipazione al capitale sociale. Un principio diametralmente opposto a quello previsto nelle altre società di capitale dove il peso decisionale dei soci è proporzionale al capitale versato.

Nelle cooperative a chi vanno gli utili?

Le cooperative sono obbligate, in sede di approvazione di bilancio, a versare il 30% degli utili netti attuali alla Riserva Legale e il 3% al Fondo Mutualistico per la promozione e sviluppo della cooperazione.

Una volta espletate le suddette destinazioni obbligatorie, le cooperative possono distribuire gli utili ai soci a titolo di dividendi, incrementare il valore delle quote di capitale dei soci nei limiti dell’indice ISTAT, oppure allocarli nel patrimonio a riserve indivisibili. Nel caso decida di distribuire dividendi, la cooperativa deve rispettare il limite previsto dal Codice Civile.

Che cosa significa mutualità prevalente?

Una cooperativa può essere “di lavoro”, “di consumo” o “di conferimento”, a seconda dello scambio mutualistico tra impresa e soci (lavoratori, consumatori/utenti, conferitori di prodotti). Sono a mutualità prevalente quelle cooperative che svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci e rispettano i cosiddetti requisiti di mutualità (limiti ai dividendi, indivisibilità delle riserve, devoluzione del patrimonio ai Fondi mutualistici in caso di scioglimento). Lo scambio mutualistico è l’essenza della cooperativa, si realizza tra soci e cooperativa e descrive vantaggi e obblighi reciproci. La mutualità può avere forme diverse: vantaggi, benefit o migliori condizioni.

 

#SiPuòFare (materiale scaricabile):

Come aprire una Cooperativa:

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