Il crowdfunding, la raccolta fondi attraverso siti internet, nella versione dell’equity crowdfunding è stato reso applicabile a tutte le piccole e medie imprese grazie alla legge 232/2016 (vedi articolo 1, comma 70). In precedenza, invece, questa disciplina si limitava solo alle sole start up e Pmi innovative.
Essendo le cooperative società di capitali a capitale variabile, questo strumento dovrebbe risultare “naturalmente” attraente – commenta Paola BELLOTTI , responsabile Area Finanza e Credito di Legacoop Liguria – . L’equity crowdfunding è un’opportunità di crescita per tutte le PMI che finalmente entrano nell’ottica di interloquire con un potenziale uomo/donna “qualunque” che investe nell’impresa. Permette di disintermediare la relazione a volte blindata con le banche e aprirsi ad un mondo di investitori che possono esercitare un sano controllo sull’andamento delle imprese”.
L’unico tipo di crowfunding ad essere espressamente disciplinato in Italia, è l’equity based. In questo caso, si ricorre al capitale di rischio: infatti, a fronte della somma erogata, l’investitore acquisisce una partecipazione al capitale sociale dell’impresa del percipiente, divenendo un socio in grado di esercitare i diritti amministrativi e patrimoniali relativi. Fiscalmente non si rilevano particolari complessità, in quanto la normativa di riferimento è quella prevista generalmente per le quote/azioni.
” Come Legacoop Liguria stiamo lavorando – conclude Paola Bellotti – per fornire alle cooperative la formazione necessaria per affrontare tale mercato, sia dal punto di vista del marketing che dal punto di vista della capacità di dotarsi di un sistema di informative aziendali chiari e accessibili come ad esempio è già il bilancio sociale che da anni Legacoop promuove come buona prassi cooperativa”.