Storia
Le varie storie presentate hanno un nodo comune: il carattere intergenerazionale della cooperazione. Dalle sue origini il movimento cooperativo ha guardato non solo allo scopo sociale immediato ma a come costruire un futuro più solido alle future generazioni di soci.
Il carattere distintivo della indivisibilità delle riserve fortemente difesa in ogni epoca aveva come fine ultimo quello di preservare e se mai sviluppare le occasioni di lavoro dei soci presenti e futuri.
E proprio per garantire questa continuità intergenerazionale, ancora oggi la cooperazione si proietta nel futuro della società e dell’economia per sviluppare le proprie potenzialità di mercato, di prodotto, di strumenti innovativi.
La Società Artistico Vetraria di Altare: la prima cooperativa di Produzione e Lavoro
La prima Cooperativa di Produzione e Lavoro nata in Liguria fu la Società Artistico Vetraria di Altare (1856), costituita tra 84 maestri vetrai con lo scopo di far fronte alla crisi dell’artigianato del vetro artistico.
L’alta qualità della produzione valse a questa cooperativa la medaglia d’argento all’ Esposizione Industriale di Torino del 1858. Mentre nel resto del paese si sviluppò un tipo di cooperazione che tendeva ad esaltare valori di solidarietà e di uguaglianza sociale, la Società Artistico Vetraria venne però additata come una semplice prosecuzione delle vecchie istituzioni corporative di origine medievale. Si arrivò così all’espulsione della cooperativa dalla Lega.
L’organizzazione portuale
La tradizione cooperativa della città ha origini antichissime e si innesta su una realtà lavorativa ben precisa, quella portuale.
La più antica tra le organizzaazioni di questo tipo giunte fino a noi è la Compagnia dei Caravana (1300 – 1952), che si occupava – come tutte le corporazioni formatesi tra il XIII ed il XIV secolo – di attuare il principio della previdenza e del mutuo soccorso.
Nel ‘400 Genova fu una potenza marinara in piena ascesa, ma nel secolo successivo perdette – a causa della scoperta delle Americhe, che spostò i traffici dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico – parte della centralità che aveva acquisito. Per lo Stato Sabaudo essa divenne un caposaldo economico e capitale marittima.
A parte qualche sporadico tentativo facente capo ad organizzazioni operaie di autodifesa dei diritti dei lavoratori (XVII e XVIII secolo), la prima regolamentazione del lavoro portuale risale al XIX secolo e – più precisamente – ad un documento redatto il 23 dicembre 1805.
Genova divenne uno degli scali più frequentati d’Europa, ma una serie di iniziative legislative – la legge Manna (1864) e più tardi la legge Magliani (1879) – ostacolarono la grande tradizione di autonomia dei lavoratori del porto e favorirono il sistema di libera scelta attuato dai commercianti e dagli industriali, “arrecando agitazioni tali da portare da qui a pochi anni all’azzardata decisione da parte del Prefetto Garroni di sciogliere la Camera del Lavoro” (18 dicembre 1900).
Dal 1874 alla fine del secolo l’unica forma di organizzazione dei portuali sono le società di mutuo soccorso e solo alla fine del 1900 si costituiscono le prime leghe di categoria aderenti alla Camera del Lavoro, sorta nei primi mesi del 1896. Nel 1902 viene istituito il Consorzio Autonomo del Porto che regolamenta e disciplina il lavoro interno dello scalo. Sono costituite le varie Compagnie, come associazioni di fatto, a ciascuna delle quali è preposto un Console elettivo.
Nel 1906, dopo una fase sperimentale, vengono emanati i regolamenti sulla mano d’opera portuale – con determinazione del numero massimo di lavoratori in relazione al fabbisogno – e vengono definite le tariffe. Le Compagnie si organizzano in cooperative per assumere una figura giuridica più definita. La compattezza delle associazioni operaie ebbe così la meglio sulle forze più conservatrici dell’imprenditoria che si erano opposte alla regolamentazione del lavoro, rivendicando la piena libertà nella gestione della manodopera.
Le cooperative di consumatori
Molte delle prime esperienze cooperative dettero luogo a cooperative di consumatori (società) che – con le quote raccolte dai soci – acquistavano prodotti all’ingrosso, per poi rivenderli a degli spacci, al fine di rispondere al bisogno di beni di prima necessità.
La costituzione della Società Operaia Universale di mutuo soccorso (Sampierdarena, 1869), creò i presupposti per lo sviluppo futuro della cooperazione di consumo. Il garibaldino Carlo Rota può essere considerato il principale artefice di questo sviluppo. La Società passò dai 300 soci e dalle 20.000 lire di capitale sociale del 1871 a 1350 soci e ad oltre 100.000 lire di capitale del 1883.
A Genova nacquero l’Alleanza Cooperativa Avanti di Sampierdarena (1883), la Società Anonima Cooperativa di Consumo fra il Personale delle Strade Ferrate in Rivarolo (1896), la Cooperativa di Consumo in Prà (1889), amministrata da operai che svolgevano tale funzione alla fine della giornata lavorativa, la Rivalorese (1900), che nel 1903 si fuse con l’Avanti ed il Consorzio Cooperativo di Consumo di Genova (1913). Ai primi del ‘900 il Consorzio aveva 15 spacci sparsi nei vari quartieri della città e gestiva il grande Ristorante Popolare, nei pressi dell’allora Corso Principe Oddone. L’Alleanza Cooperativa Avanti possedeva 20 spacci e gestiva direttamente un pastificio e un panificio, il tutto nella zona tra Sampierdarena, Rivarolo, Sestri Ponente e Cornigliano.
La più antica cooperativa di consumo spezzina tuttora attiva è la Cooperativa La Lizza (17 gennaio 1897), mentre la maggior parte delle altre cooperative sorte tra la fine del secolo e i primi del ‘900 nel 1955 si fusero nell’Alleanza Provinciale Spezzina.
Ventisette cittadini di Savona costituirono il 21 marzo 1945 la Cooperativa Comunale di Consumo fra i Lavoratori Savonesi, che nel 1948 cambiò il nome in Alleanza Cooperativa Savonese, incorporando negli anni ’50 una serie di cooperative di consumatori della provincia di Savona. L’Alleanza Cooperativa Savonese fece poi un’ulteriore fusione con l’Alleanza Cooperativa Genovese, la Cooperativa dei Ferrovieri di Genova-Sampierdarena, l’Alleanza Provinciale di La Spezia, la Mutua Cooperativa di Sestri Levante e infine con la Coop Antonio Negro di Genova, nata nel 1964 ad opera dei “camalli” della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie (CULMV) e con l’altra storica Cooperativa SCASA e diedero vita alla CoopLiguria.
Oggi Coopliguria e il Consorzio Iperliguria rappresentano delle realtà importanti del mercato, con la capacità di coniugare capacità imprenditoriali e difesa del consumatore.
Le cooperative di produzione e lavoro
Dopo l’unificazione nazionale, Genova divenne sede di nuclei associativi – prima mazziniani e poi socialisti – che indicarono nella cooperazione la via per l’emancipazione dei lavoratori.
Sampierdarena (una delegazione di Genova) viene ricordata come la patria della cooperazione ligure, sorta nel 1851 dall’emanazione di due società operaie: l’Unione Umanitaria e l’Unione Fraterna.
Con la nascita della Società Anonima Cooperativa di Consumo (1875), il movimento cooperativo cominciò a conquistare una sua valenza economica e sociale in differenti settori, nonché un notevole peso politico.
Le cooperative di abitazione
La crescente urbanizzazione rese urgente a fine ‘800 – inizi ‘900 la risoluzione dei problemi urbanistici. In quel periodo però l’attività edilizia venne dedicata alla costruzione di villette residenziali a costi elevati, improponibili per i lavoratori. I grandi industriali – considerando il settore edile un’ottima fonte di guadagno – gestirono Società Anonime Cooperative, sulle quali specularono cavalcando l’ondata dell’associazionismo cooperativo ed usufruendo di tutti i benefici ad esso concessi dallo Stato.
La Cooperazione Agricola
La nostra Regione – nonostante il movimento bracciantile abbia interessato le zone della Pianura Padana, piuttosto che non la Liguria – può vantare più di un esempio di cooperazione nel settore agrario. Dalle prime comunanze agricole derivarono poi le differenti Cooperative quali la Cooperativa di Propata (1988), sorta sulle ceneri della Stalla Sociale di Propata.
Tra le cooperative di servizi all’agricoltura più antiche si ricordino: la Cooperativa Sant’Antonio di Masone (1900); la Sant’Isidoro di Campo Ligure (1905) e la Sant’Antonio Abate di Rossiglione (1912), la Cooperativa Fratellanza Agricola di Sarzana (1905) e le Riunite di Savona, formate dalla fusione di cinque cooperative: la Cooperativa Agricola di Celle Ligure (1937), la Cooperativa Agricola Provinciale di Savona (1945), la Cooperativa Agricola di Albissola Superiore (1945), la Cooperativa Agricola Spotornese (sorta alla fine degli anni ’30), la Cooperativa Agraria Finalese (1933).
Imperia è invece la sede del movimento floricolo, che trova le sue origini negli anni ’70. Tra le cooperative aderenti a Legacoop si ricordino: Riviera dei Fiori (1976), Vallefiorita (1976), Nuova Floricoltura (1978), Rosaflor (1979), Pietrafleur (1980) e Gamma (1980), tutte consorziatesi in Florcoop nel 1980.
Un’importante espansione del comparto cooperativo floricolo si ha con l’inaugurazione del nuovo mercato dei fiori in Valle Armea (1990), che dal 1999 viene gestito dalla cooperativa Ucflor.
Le cooperative della pesca
Seppure di più recente storia, la cooperazione nella pesca vanta una significativa consistenza, dalla Cooperativa Miticoltori Spezzini e Miticoltori associati di La Spezia, alla Cooperativa Colombo di Savona, alla cooperativa Pescatori di Camogli.
Ciò che accomuna tutte queste cooperative – oltre alle capacità imprenditoriali – la funzione di difesa dell’ambiente marino e delle sue specie.
Le cooperative fra dettaglianti
La costituzione di cooperative di servizi col marchio CONAD da parte di operatori commerciali al dettaglio è un fenomeno relativamente recente (1962). Nasce in Liguria ad Imperia e si chiamava originariamente C.I.D.A : Cooperativa Imperiese Dettaglianti Alimentaristi.
L’unificazione delle cooperative Conad Liguria, Dacova (Piemonte) e Conad Nord Est (Emilia) in NORDICONAD ha dato luogo ad una realtà imprenditoriale di grande valore, che offre alle centinaia di operatori associati servizi avanzati e qualificati di logistica, acquisti e gestione della relazione con il Consumatore.
Le cooperative sociali
Il precedente storico per la cooperazione sociale può essere considerato quello dei “collegia opificum” dell’antica Roma. Attualmente i sistemi no profit e il cosiddetto Terzo Settore costituiscono il riferimento del settore del movimento cooperativo che si pone come fine quello di offrire servizi alla persona, conciliando questa esigenza primaria con le necessità organizzative e con le regole imprenditoriali.
Con la legge n. 381 del 1991 viene valorizzato e regolamentato il ruolo delle Cooperative Sociali.
Le prime Cooperative sociali di Genova sono state Villa Perla (1978), la Cooperativa Servizi Socio Educativi – ora Coopsse – (1978) e la Cooperativa Saba, sorta nel maggio del 1979 su iniziativa di un gruppo di donne, con l’intento di creare nuova occupazione, offrire servizi alla persona, combattere il “lavoro nero”. A Savona troviamo Cooperarci, mentre la più antica coop sociale spezzina è la CILS, nata il 9 novembre 1976. Da allora un numero crescente di nuove cooperative crea nuova occupazione, soprattutto giovanile ed intellettuale. Si riesce così a rispondere ai bisogni crescenti di servizi sociali qualitativamente rispondenti alle esigenze della collettività. Oggi il settore delle cooperative sociali conta imprese di primaria importanza e di notevole solidità imprenditoriale. Inoltre questo settore – grazie anche al ruolo svolto dal CRESS Consorzio Cooperative Sociali – viene ormai riconosciuto come fattore di sviluppo economico per la Regione Liguria.