Anche Ottone rilancia l’allarme sui tonni dato da Lega Pesca. ” Io sto con le sardine”
Il tema del tonno rosso che ha invaso il Mar Ligure torna sulle pagine di Repubblica. E questa volta nella rubrica “Lettere genovesi” di Piero Ottone.
“ QUESTA settimana scrivo la mia Lettera in difesa della sardina. Perché la sardina ligure, che io amo, corre (non per la prima volta nella sua travagliata storia, per la verità) seri pericoli.
E’ circondata da voraci tonni, e i tonni sono sempre più numerosi. Succede ogni estate, ahimè: ma non per questo la fine che minaccia la sardina è meno dolorosa. Al contrario: aggrava il dolore”.
Ottone prosegue chiedendosi che cosa sta succedendo. Su questo problema Lega Pesca è intervenuta in diverse occasioni.
“Succede che il tonno ( azzurro o di colore simile, ma il suo colore poco importa) è avido di sardine, le divora senza ritegno, e finché ci si trova di fronte a un fenomeno naturale, pazienza: la sardina ( come la sua cugina, la acciuga) è filosofa, sa che la natura ha le sue leggi, queste leggi meritano rispetto, e nulla si può contro la natura.
Ma l’attuale abbondanza di quegli odiosi ingordi animali, parlo dei tonni, non è un fatto della natura.
E’ la conseguenza di leggi che li proteggono dai pescatori professionali, i soli pericolosi, ai quali è fatto divieto di molestarli.
Quando si immischia nelle faccende della natura l’uomo fa sempre guai.
Adesso il tonno la fa da padrone, si moltiplica senza ritegno, si riempie la pancia di sardine e di acciughe”.
Ottone coglie con ironia l’assurda distinzione che la legge fa tra pescatore professionale e dilettante.
“Quando vede qualche pescatore dilettante gira al largo, a parte il fatto che quello è poco pericoloso. Ma quando si trova di fronte a un peschereccio il tonno fa sberleffi; se avesse braccia farebbe anche gesti sconci. È sacro e inviolabile, Guai se lo toccano.
Un bel pasticcio, ho detto. Spero che i funzionari internazionali se ne rendano conto quando proprio a Genova si riuniranno, fra qualche settimana. Io tengo con le sardine, come avete capito.
Anche perché devo pur confessarlo: sono il mio pesce preferito. E il meno caro: che c’è di meglio?”