6 Mar 2020

500 lettere di richiesta di integrazione salariale per soci e lavoratori del Terzo Settore. Frega: reagiremo alle difficoltà

“Sappiamo reagire , fa parte della nostra storia, del nostro stesso essere imprese sociali che provano tutti i giorni a coniugare impresa e solidarietà, lavoro e disagio, tutela dei nostri utenti fragili e dei nostri lavoratori”.

Comincia così una lettera aperta che Alessandro Frega, presidente di Legacoopsociali Liguria nonché vice presidente di Legacoop Liguria – ha scritto a soci lavoratori e a tutti i lavoratori del Terzo Settore.

“ Sono consapevole delle difficoltà che affrontate ogni giorno, del senso di precarietà che vivete (e consentitemi viviamo) da sempre, delle retribuzioni basse pur in presenza dell’applicazione piena del nostro contratto di lavoro ,frutto della marginalità in cui da sempre la politica ha confinato il sociale.

Oggi è più dura del solito, oggi la minaccia è molto più seria ,ma anche stavolta ce la faremo, sono sicuro che voi che operate in trincea ,che conoscete le mille pieghe e il dolore del disagio(concedetemi di dire che chi scrive questo lavoro lo ha fatto e lo conosce ) darete ancora una volta una lezione di umanità a questo mondo impazzito che distrugge vite negli oceani come nelle periferie ,che fa morire di freddo i bambini ,che spende  10.000 volte di più in armi che per la sanità e il sociale!

La cooperazione sociale, tutto il terzo settore è colpito duramente dagli effetti del corona virus e di noi si parla ancora poco.

Con un dolore profondo nel cuore sto firmando 500 verbali di accordo per il fondo di integrazione salariale per fare quel poco che posso  per sostenervi insieme ai vostri presidenti  e dirigenti che sono con voi, come voi e stanno soffrendo tantissimo ,con la collaborazione preziosa e leale delle organizzazioni sindacali, tutte, nessuna esclusa comprese quelle che non sono firmatarie del nostro contratto (a tutte  loro un grandissimo grazie)

Altri 5000 di voi sono a rischio , almeno 1000 sono già fermi da due settimane ,ma per ora  non firmiamo accordi di integrazione salariale  per tutti quei  servizi chiusi e sospesi perché  pretendiamo di essere pagati ugualmente con i soldi già stanziati dai comuni ,non accetteremo le pastoie  burocratiche e le paure di danno erariale di qualche dirigente o politico più  realista del re , se del caso ci mobiliteremo  certamente rispettosi  delle ordinanze (sulle quali non ci sogniamo di polemizzare e che rispettiamo ) tenendoci a un metro e più di distanza l’uno dell’altro ,lavandoci le mani (che forse nascondono qualche virus ,ma sono pulitissime)   ogni  5 minuti.

Grazie e forza . Insieme siamo tanti e forti e forse qualcuno finalmente capirà  di che pasta siamo fatti e soprattutto capiranno che siamo utili e fondamentali per le nostre comunità!

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